domenica 29 gennaio 2012

L'arte di Daniele Duò

Growl in Italy ha il piacere di presentare un giovane artista italiano torinese, Daniele Duò. Le sue opere, catartiche e sognanti imprigionano sguardi, inquietudini e solitudine. Il bianco e il nero, radici fondamentali dell'essere nelle rappresentazioni di visioni eteree. Tele che sanno emozionare e vogliono emozionare!

Un percorso intenso, maturato negli anni, una ricerca interiore e una crescita pittorica ti hanno aiutato nella scelta dei soggetti e dell'emotività che hai sempre voluto catturare. Figure femminili, ma non solo, occhi spalancati che pretendono d'essere guardati. Siamo noi a dover osservare veramente o vuoi che le tue opere guardino dentro di noi?

E' un gioco di specchi. Il soggetto intrappolato nella tela, ed uso questo termine non a caso, è come se cercasse aiuto, un'attenzione da parte di chi è li ad osservare. Nello stesso tempo, chi osserva è richiamato a scrutare con presenza emotiva e mentale ciò che ha davanti. Il soggetto è come se gridasse con gli occhi, per un bagaglio di esperienze che ha alle spalle, ma nel grido c'è una penetrazione nella psiche di chi osserva. E questo penetrare è a sua volta un invito all'osservatore a fare lo stesso.

La scelta del monocromatico è il tuo biglietto da visita. Una ricerca pittorica sul colore sei certo muterebbe il significato espressivo di ciò che rappresenti?
Assolutamente, cambierebbe tutto. Bianco e nero, yin e yang, maschile femminile, luce ed ombra, magia bianca e magia nera, e così via. E nel mezzo i grigi. Sì, perchè non esistono solo le estremità! Ed oltre a questa filosofia c'è un richiamo evidente ai lavori di Alfred Kubin, uno dei miei miti.

Tra le tue opere ci sono alcuni tuoi autoritratti, volevi entrare a far parte delle tue stesse creazioni?
Ogni mia opera è un autoritratto. Ogni elemento naturale, cosmico, universale ha una parte maschile ed una femminile all'interno. L'uomo è come se avesse paura di lasciar uscire il suo lato femminile, per una questione di pregiudizi che la civiltà si porta avanti da secoli. Il mio modo di rappresentarmi sotto lineamenti femminili è un atto di coraggio verso una società che ha troppi limiti di vedute. Là dove ho deciso di inserire esplicitamente il mio viso è quando il discorso legato all'opera fa strettamente parte di ciò che è la mia esperienza, di ciò che è la mia vita.


Mentre lavori e curi le tue opere, senti la necessità di ascoltare musica o leggere? Citaci qualche artista o scrittore che sa influenzarti o trasmetterti la grinta o certe emozioni mentre dipingi..
Oltre a quello che è la mia vita stessa, nelle mie opere traspaiono un sacco di studi che io continuo a portare avanti nella mia ricerca della verità. Libri su libri che hanno a che vedere con l'occulto, le arti magiche e divinatorie, l'alchimia. Per quanto riguarda invece il gesto pittorico, l'atto di sfumare il colore sulla tela è sempre accompagnato da un sottofondo musicale. Quasi tutte le mie opere hanno avuto come colonna sonora le canzoni dei Verdena. (Il titolo di una mia opera fa proprio riferimento al ritornello della loro canzone "17 tir nel cortile", dell'album Il suicidio dei samurai).

Il tuo percorso artistico vanta numerose esposizioni e mostre, dal 2 al 5 febbraio sarai alla Fiera d'Arte Contemporanea AAF di Milano, ti ritieni di aver raggiunto alcuni traguardi importanti come artista?
Credo di sì, in fondo nel mondo dell'Arte Contemporanea "il giovane artista" in genere è un trentenne o quarantenne, io ho 25 anni e credo che la scala verso quello che un artista voglia io l'abbia iniziata a salire.


Pensi che ciò che rappresenti potrebbe mutare o cambiare del corso degli anni futuri?
L'opera d'arte è lo specchio di quello che è l'artista. Le persone negli anni cambiano. La vita riserva sorprese inaspettate, ed ogni evento che ti capita aggiunge una tessera al puzzle di quello che è il disegno del destino. Ognuno di noi ha diverse facce, da mostrare in occasioni differenti, ma all'interno abbiamo un'essenza che resta la stessa. Quindi credo che le mie opere potranno forse cambiare in qualcosa, ma l'essenza di quello che è il mio lavoro rimarrà immutato.

Lasciaci con l'opera che hai amato di più nel dipingerla..
L'opera a cui sono più affezionato è Just a little dream (Lullaby). Quello che ho raffigurato è un sogno illuminante che feci una notte, al risveglio decisi di dipingerlo. Credo sia una delle mie opere più riuscite.

Just a little dream (lullaby).oil on canvas. 100x80.Daniele Duò.2011


Nessun commento:

Posta un commento